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Nuovi risultati nello studio dell’epilessia

di Silvia Sorvillo

Solo in Italia si registrano 30.000 nuovi casi di epilessia l'anno, è una malattia avvolta ancora da troppi pregiudizi e le cure non migliorano

7 dicembre 2000

Milano. La strada per lo studio dell’epilessia è lunga e tortuosa ma da ottobre una nuova prospettiva di cura è stata individuata nel corso di una ricerca Telethon coordinata da Annamaria Vezzani, ricercatrice farmacologa dell’Istituto Mario Negri di Milano. Lo studio condotto in collaborazione con alcuni laboratori austriaci e svedesi, e con il californiano Scripps Research Institute di La Jolla, è stato pubblicato sulla più prestigiosa rivista scientifica americana, PNAS, Proceedings of the National Academy of Science.

Il recettore antagonista per IL-1 potrebbe intervenire riducendo gli effetti delle crisi

La scoperta ha messo in luce un ruolo decisivo nel controllo delle crisi epilettiche da parte del recettore antagonista dell’ interleuchina 1ß (IL-1Ra). In poche parole, aumentando la concentrazione di questa particolare proteina nel cervello degli animali malati, la crisi epilettica riduce del 70 per cento la sua intensità; inoltre anche il tracciato elettroencefalografico, con cui si monitora sperimentalmente la crisi, registra un netto miglioramento. La IL-1Ra è una molecola nota già da parecchio tempo ai medici. Questa sostanza, infatti, naturalmente prodotta dal sistema immunitario, regola la risposta infiammatoria e svolge funzione di messaggero tra i globuli bianchi, cioè tra quei linfociti che ci difendono dalle malattie più diverse e che si amministrano e coordinano attraverso la produzione di citochine. L’interleuchina 1 è proprio una di queste, anzi è forse una delle citochine più conosciute, quella che interviene quasi sempre per prima nelle infezioni e che,nota come proteina pirogena, provoca la febbre, il sintomo più efficace nel metterci in allarme sul nostro stato di salute. La proteina recettrice antagonista di IL1, IL-1Ra, ha anch’essa una sua peculiare funzione. Nelle malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide viene, infatti, usata, anche se ancora in via sperimentale, come agente antiinfiammatorio.

Allo studio come far produrre in maggior quantità la molecola in loco

Nel corso dell’attuale ricerca, invece, Annamaria Vezzani ha registrato, durante le crisi epilettiche di animali di laboratorio, un forte aumento del recettore IL1Ra che andava a tamponare l’eccesso di IL1ß prodotta durante le stesse crisi convulsive. Dall’equilibrio tra queste due sostanze può derivare il controllo della crisi epilettica. Per ora i risultati sono stati ottenuti solo in laboratorio e solo su modello animale, del resto la proteina non riesce da sola a raggiungere il cervello, la barriera ematoencefalica resta un limite invalicabile per la sua mole. -Stiamo cercando nuove strade come ad esempio altri farmaci in grado di aumentare le quantità di IL1Ra normalmente prodotte nel cervello- ha dichiarato in una conferenza stampa la dottoressa Vezzani- Ci vorranno ancora anni di sperimentazione ma forse si potrà disporre di un trattamento anche per i tanti malati oggi refrattari ai farmaci tradizionali-. In Italia più di 600.000 persone soffrono di epilessia e ogni anno si registrano 30.000 nuovi casi.






Scienzità è stato realizzato da Silvia Sorvillo e Vittorio Sossi