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Carboeurope: un rapporto che fa sperare

di Silvia Sorvillo

Presentata da 20 Paesi ambientalisti un'altra chance per ratificare Kyoto: le foreste assorbono il 30% delle emissioni industriali.

22 novembre 2002

Carboeurope, una task force di 160 istituti di ricerca impegnati in 20 diversi Paesi europei, è forse l'ultima chance che gli ambientalisti hanno per vincere le ritrosie dei Paesi, Stati Uniti in testa, che si rifiutano di ratificare Kyoto.

160 istituti di ricerca confermano l'effetto spugna della fitomassa

I risultati, ottenuti dalla ricerca presentata la scorsa settimana a Valencia, non lasciano dubbi: il 30% delle emissioni industriali di anidride carbonica può essere riassorbito dalle foreste.

La biosfera terrestre può accumulare più carbonio di quanto ne rilasci, le foreste, operando come deposito naturale di questo elemento, potrebbero risolvere gran parte dei nostri problemi di inquinamento. La scoperta, frutto di ben 15 studi finanziati dalla Commissione europea, mette d'accordo tutti gli scienziati che vi hanno aderito. Tutti hanno riconosciuto, quantificandolo, il prezioso effetto spugna che la biomassa verde esercita sull'atmosfera.

Le quote di assorbimento crescono nel caso di foreste con massima biodiversità

Gli studiosi anzi si spingono oltre e sono quasi certi che le percentuali di assorbimento possano essere anche più alte dell'attuale 30%. I grandi boschi incontaminati con la loro naturale biodiversità e la copresenza delle diverse classi di età, sono quelli che raggiungono le quote top di assorbimento. Fino ad oggi nessuno era riuscito a definire numericamente questa capacità di accumulo del polmone verde terrestre, nonostante ciò i grandi paesi industrializzati, e quindi anche i più inquinanti, avevano ottenuto concessione di superare i limiti di emissione consentiti incrementando con il rimboschimento la percentuale di foreste in altri paesi meno sviluppati. Unico problema è che però in questi paesi, tranne in alcuni casi, la quota verde non ha alcun bisogno di ritocchi. Un baratto conveniente solo per le nazioni più industrializzate e che limita la possibilità di sviluppo dei paesi meno produttivi vincolandone il territorio. Oggi, con l'apporto di questi risultati, il baratto potrà essere meno incerto e più equo. L'unica soluzione auspicabile resta comunque che questi stessi Stati scelgano al più presto la via della ragione e comincino a pensare a strategie di produzione alternative.

Aggiornamento: Zotto pensaci tu!

16 agosto 2007

Dal 21 giugno 2007 CarboEurope risponde con un'ulteriore indagine all'indolenza dei paesi industrializzati. Nell'ambito del programma di ricerca e studio sugli effetti del riscaldamento globale ora c'è Zotto (la Zotino Tall Tower Observation Facility) una torre alta 302 metri che dal cuore della taiga siberiana misura ogni giorno le variazioni e la composizione isotopica dei gas serra: anidride carbonica, monossido di carbonio, metano, ossido di azoto e clorofluorocarburi.

I sensori meteobiochimici sono distribuiti lungo lo scheletrato della torre a 4, 52, 92, 227 e 301 metri. I campioni raccolti ogni otto minuti vengono processati da un laboratorio semisotterraneo posto alla base dell'esile struttura. Grazie allo studio e all'identificazione dei vari isotopi presenti nei gas serra gli scienziati possono distinguere l'anidride carbonica proveniente dalla respirazione "pulita" e naturale della foresta, siamo in piena taiga in un paesino Zotino che vive di caccia e legna, da quello venefico proveniente dagli scarichi industriali.

Ingegneri e climatologi hanno uno strumento in più per tastare il polso al nostro febbricitante pianeta. Non solo. La Russia che nel 2004 ha finalmente aderito a Kyoto ha destinato consistenti contributi finanziari a chi con il ricorso a sistemi ecocompatibili farà scendere i livelli di anidride carbonica... insomma sotto a chi tocca! per gli industriali col colbacco! e un laconico pensiero al popolo dei vari saccenti che al capezzale di agonia di questo nostro pianeta scelgono ancora il carbone "pulito".






Scienzità è stato realizzato da Silvia Sorvillo e Vittorio Sossi