Il Vello D'Oro

Un gruppo di uomini ripercorre le tappe del viaggio degli Argonauti

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Myth and Legend n° 269

Il mito degli Argonauti
di Stanislaw Shimkoziewic
"Il vello d'oro si trova in America?"

Il mito degli Argonauti è stato cantato in molti poemi e tragedie.
Giasone, figlio di Esone, re di Iolco in Tessaglia spodestato dal fratello Pelia, fu allevato dal centauro Chirone.
Raggiunta l'età adulta, il giovane tornò a Iolco, per riconquistare il regno dall'usurpatore.
Pelia, accettò di restituire il regno solo a patto che Giasone si imbarcasse in un'impresa al di sopra delle umane possibilità: sottrarre il Vello d'oro ad Eeto re della Colchide, una misteriosa e sconosciuta terra.
Giasone raccolse attorno a sè un manipolo di eroi, fra i quali Castore e Polluce, Eracle, Teseo e Orfeo. Cinquanta uomini coraggiosi si imbarcarono sulla nave Argo, dal nome del suo costruttore, e da allora saranno sempre ricordati come gli argonauti.
La conquista del vello fu ostacolata da Eeto che sottopose Giasone e gli argonauti ad una serie di prove, forte della convinzione che mai sarebbero riusciti a superarle. Domare tori che sbuffavano fiamme dalle narici, affrontare il temibile drago guardiano del vello, seminare i denti del drago nel campo di Ares. Ma Medea, figlia di Eeto, terribile maga, si innamorò del giovane e lo aiutò nell'impresa.
Cari lettori di questa pubblicazione di mitologia; voi avete imparato che ogni leggenda nasconde un fondo di verità.
In base a nuove ricostruzioni da me effettuate fondate sulla testimonianza di Tireneo, forse il vero unico sopravvissuto all'impresa, reperita su una tavolozza d'argilla sicuramente autentica, ho ragione di credere che il viaggio degli argonauti sia realmente accaduto.
Credo di poter affermare che i coraggiosi furono trascinati per mare fino alle coste della nostra grande nazione dove si imbatterono più di duemila anni orsono nei nativi americani. Se non azzardo troppo credo anche di poter individuare il luogo esatto in cui è custodito il vello d'oro: le Misty Mountain, in Missouri.
I miei colleghi studiosi probabilmente mi prenderanno per pazzo; ma appena riuscirò a convincere un finanziatore ad imbarcarsi nell'impresa, farò rimangiare loro gli scherni, e tornerò con il mitico vello d'oro.
Stanislaw Shimkoziewic

Blizzard Gazette n° 270

Sulla scia di Argo
di Robert Short
"I protagonisti dell'avventura"

L'improvvisata spedizione verso le Misty Mountains era composta da Digging Bill, il professor Stanislaw Shimkoziewic, Mr Radigan il finanziatore e due false guide, due tagliagole che intendevano derubarli appena allontanatisi da Fort Safety.
L'incoscienza dei componenti della spedizione, che intendevano attraversare impunemente il territorio dei Sauk, necessitò l'intervento di Zagor che intercesse per loro presso il capo degli indiani: il bellicoso Tushak, una sua vecchia conoscenza. Li scortò, poi, verso le Misty Mountains un territorio anche a lui ignoto.

il professore reso pazzo dal canto degli deiIl professor Shimkoziewic studioso di storia e letteratura greca all'università di Baltimora. Spesso irriso dai suoi colleghi per le sue teorie rivoluzionarie e sopra le righe; sosteneva che i greci fossero sbarcati in territorio americano ancor prima dei vichinghi.
Era stato relegato al margine dell'attività didattica e dei circoli culturali.
Sprofondato nel vizio del gioco viveva la leggenda del vello d'oro come unico personale riscatto professionale ed economico.
Purtoppo il suo sogno si infranse a pochi passi dalla meta stroncato dal sottile canto degli dei.



mr radiganMr Radigan gestore della casa da gioco e creditore di Shimkoziewic si era tuffato nella caccia al Vello d'Oro come unica soluzione per recuperare i soldi persi dal professore.
Uomo d'azione e di coraggio è l'unico sopravvissuto della spedizione, oltre al nostro Digging Bill, naturalmente.
Supppongo che fosse molto meno veniale di quanto amasse dimostrare e che si fosse aggiunto al gruppo e avesse finanziato l'impresa solo per sete di avventura.



il capo degli inukIl capo degli Inuk, un popolo di pastori che viveva sotto il giogo delle amazzoni volanti di Nekaert.
Dapprima ostile ai nuovi arrivati e timoroso di opporsi alla dominazione delle guerriere che chiedevano ogni dieci anni un tributo di giovani indiani. Fu praticamente messo alle strette grazie all'intervento di Zagor e compagni e all'intercessione di Ukkas: un giovane che non voleva finire i suoi giorni fra le grinfie delle streghe volanti.



la perfida nekaertNekaert, l'infida e crudele regina delle amazzoni volanti. Teneva sotto il giogo i pacifici pastori Inuk ma mirava a penetrare nella fertile valle segreta dimora dei prosperi Tungul. Costretta alla resa senza condizioni grazie all'intervento di Zagor e compagni e ad una trappola che aveva decimato le sue guerriere, pensò di sfruttare l'arrivo degli stranieri per penetrare nella bocca del drago e invadere il ricco regno dei Tungul.



il khan thamalL'ottuso capo dei Tungul una stirpe mongolide probabilmente emigrata in america attraverso il passaggio a Nord Ovest durante le ultime glaciazioni.
Il grasso tiranno regnava sul suo popolo prospero, nella fertile vallata protetta da un unico accesso: la bocca del drago.
Nella caldera di un vulcano ancora attivo grazie alle condizioni ambientali favorevoli della valle e alle miniere di metallo il popolo dei Tungul viveva tranquillo da millenni.
Unico passatempo del tiranno era organizzare giochi con dei tori cavalcati da guerrieri armati di fionde che lanciavano palle infuocate; oppure giustiziare gli stranieri che riuscivano ad avventurarsi nella valle sul ponte degli dei.
Li illudeva di raggiungere il vello d'oro in bella mostra ma i malcapitati venivano uccisi dal canto degli dei: un sibilo acuto di aria attraverso degli sfiatatoi naturali ad una frequenza tale da far impazzire.



il gran sacerdote Il Gran Sacerdote dei Tungul custode della tradizione, guida spirituale del popolo e consigliere personale del Khan.
Decideva i rituali religiosi della comunità e lo svolgersi dei giochi e dei sacrifici che servivano a placare i lamenti degli dei: che altro non erano se non le scosse telluriche del vulcano, ancora attivo, che si andava risvegliando.

Blizzard Gazette n° 271

Le guerriere dell'aria
di Robert Short
"la leggenda delle arpie"

Leun'arpia Misty Mountains erano popolate da tre tribù diverse per origine e organizzazione sociale.
La tribù dei miti pastori Inuk schiacciati dalla supremazia della tribù delle guerriere volanti negli impervi altopiani; e i Tungul al sicuro nella valle all'interno del vulcano protetti dalla sicurezza di un unico accesso: la bocca del drago.
I nostri amici si imbatterono negli Inuk inquietati dalla fuga di Ukkas uno dei ragazzi che stavano per essere consegnati alle guerriere volanti, in un sacrificio rituale che si ripeteva ogni dieci anni.
Fu proprio Ukkas a trascinare i suoi compagni e a spingere il suo capo alla ribellione: l'aiuto dei fucili e delle pistole di Zagor e compagni era un' occasione troppo ghiotta per lasciarsela scappare.

l'agguato delle arpiel'agguato delle arpieLe guerriere dell'aria che padroneggiavano perfettamente l'arte del volo erano nemiche spietate e temibilissime: è normale che pur essendo bellissime siano trasfigurate nella leggenda in orrende arpie.
Con una astuta trappola Zagor, comunque le ridusse a più miti consigli anche perchè la loro regina, che la vedeva lunga, aveva intuito che quel piccolo gruppo di uomini bianchi avrebbe potuto creare grosse grane ai Tungul.
Le sue guerriere avrebbero potuto approfittare della situazione e riuscire finalmente ad entrare nella bocca del drago e violare la vallata.





La bocca del drago
di Robert Short

Anche Zagor e compagni caddero nella trappola con la quale i Tungul avevano facilmente ragione degi invasori. Le stalattiti della caverna, i denti del drago, in realtà cave, ospitavano i guardiani Tungul i quali potevano facilmente sorprendere gli invasori.la bocca del dragol'agguato dei tugulAl cospetto del Khan Thamal i nostri amici furono subito portati sul ponte degli dei davanti al luccicante vello d'oro. Il povero professor Shimkoziewic non resistette alla tentazione di mettere le mani sul trofeo della sua vita e fu ucciso dal canto degli dei.
Come osservò Digging Bill una plausibile spiegazione della nascita del mito delle sirene che uccidevano i marinai con il loro canto: in realtà un sibilo fra le fessure delle rocce in grado di generare un suono di frequenza tale da far impazzire e morire di dolore un uomo.
Mentre i compagni rimasti venivano utilizzati come schiavi in una miniera; lo Spirito con la Scure ebbe il dubbio onore di un compito più importante: affrontare i tori di fuoco nell'arena.
Così i nostri amici ebbero la spiegazione anche dell'ultimo mito. Normali tori che fungevano da destrieri per cavalieri che usavano fionde per lanciare palle infuocate di pece.
Nonostante tutte le leggende dell'epopea degli argonauti avessero trovato una collocazione meno mitica i nostri amici riuscirono a salvarsi solo grazie al simultaneo attacco dall'aria delle guerriere di Nekaert e dalle viscere della terra del vulcano:
il quale inghiottì i Tungul, le amazzoni e il vello d'oro, per sempre...

blizzard gazette Witnesses

Maledetto Terremoto!
di robert short
"La legge di Digging"

Questa digging bill volta proprio non mi capacito. Dopo centinaia di peripezie arriviamo quasi sani e salvi a vedere, dico VEDERE, il vello d'oro... Avevo superato me stesso fin da quando avevo incontrato il professore nella biblioteca di Baltimora avevo fiutato che tutto questo poteva essere reale.
Sarebbe stato il mio primo tesoro. E che tesoro! Ripercorrere la strada di tizi tipo Ercole, quel marcantonio a torso nudo che le avrebbe suonate anche a Zagor.
E poi avevo scoperto l'origine del mito delle sirene... E invece puff. Anzi dovrei dire sbrang, boom, crash, woosh Tutto sepolto in un attimo dalla lava, tutto cancellato da roccia fusa.
Millenni, dico, millenni. Quei tizi vivevano la dentro da non so quanti anni e il vulcano si doveva risvegliare proprio in quei due e tre giorni in cui c'eravamo anche noi.
Per mille dobloni dovrei ringraziare anche di essere rimasto vivo e non aver fatto la fine di quel povero professore!
Dovrei coniare una nuova legge:-se qulcosa può andar male lo farà, se qualcosa può crollare crollerà, se qualcosa può affondare affonderà... e così a seguire. Potrei chiamarla la legge di Digging!
Cosa ne avrei fatto del vello? L'avrei appeso nella bacheca dei miei trofei nel posto più in evidenza.
No. Non ho ancora una bacheca dei trofei ma l'avrò eccome se l'avrò...

blizzard gazette Witnesses

Pelle di caprone?
di robert short
"Io la preferisco farcita"

cayetano Lopez Y Martinez... Si proprio così. Che senso ha attraversare mari e monti per dare la caccia ad una pelle di caprone rischiando la propria. Di pelle.
Sarà anche d'oro ma io ci tengo più alla mia: caramba y carambita. E poi il mito, la poesia... Io trovo molto più poetico un balletto di capre selvatiche che zompettano su verdi prati erbosi con il profumo di mentuccia che mi pervade le narici.
Preferisco scuoiarli per metterli allo spiedo i montoni e non inseguire una pelle vuota. E poi chi ci dice che fosse veramente d'oro? Poteva essere dipinta o che altro ne so.
Mah Fortuna che la Santa Vergine del Pilar ci ha protetto e abbiamo riportato a casa la nostra di pelle: se ci avesse raggiunto la lava finivamo al forno con tutti i vestiti! Un bell'arrosto misto di messicano e stick di Digging Bill...

testimonianze
le impressioni di
Digging Bill
Cico
in altre pagine
Digging Bill
Il Vello d'Oro
di
disegni Franco Donatelli
storia Marcello Toninelli
Il Vello d'oro
scheda Vittorio
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