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C:un prodigio di vitamina

di Silvia Sorvillo

Uno shuttle naturale per il sistema nervoso si nasconde dietro il più comune antiinfluenzale, il vecchio ricostituente della nonna diventa un prezioso strumento per realizzare le nuove terapie molecolari.

28 gennaio 2002

Finirà mai di sorprenderci? La vitamina C nota a tutti per essere un efficace antinfluenzale, un miracoloso antiinvecchiamento e, secondo le più recenti pubblicazioni scientifiche, una preziosa molecola capace di combattere tumori e aterosclerosi, ora si investe di un nuova ed eccellente carica, quella di trasportatore efficiente e specialistico per la barriera emato-encefalica. Le conseguenze immediate di quest' ultima scoperta medica sono evidenti, tutte quelle patologie in cui in nostro SNC -cioè il nostro sistema nervoso centrale- va in deficit potrebbero essere risolte con successo agendo in loco. I farmaci, per i quali fino ad oggi la barriera emato-encefalica rappresentava una impenetrabile recinzione, potrebbero essere "caricati" su una molecola di vitamina C e riuscire così ad agire direttamente sull'eventuale difetto nervoso.

La "navicella" costituita da acido ascorbico, altro nome con cui viene indicato questo prezioso nutriente, potrebbe eludere la stretta "sorveglianza" della barriera ematoencefalica e rifornire il sistema nervoso centrale di molte di quelle sostanze che, a causa delle disfunzioni dovute all'età o alle malattie, vengono a mancare. L' ischemia cerebrale, le malattie neurodegenerative come il Parkinson o l'Alzheimer, l'epilessia e tutti quei deficit neurologici dovuti alle infezioni virali - tra cui l'Aids per esempio- potrebbero essere risolte con questo nuovo protocollo farmacologico che utilizza la vitamina C come sistema di trasporto.

Una collaborazione italo-americana per curare malattie neurodegenerative e infettive.

Lo studio che ha portato a questi risultati è, come spesso accade, italiano. Il professore Stefano Manfredini del dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell'Università di Ferrara, in collaborazione con il reparto di Ostetricia e Ginecologia del " Medical College of Georgia", Augusta (GA), ha coordinato e condotto lo studio in vivo e in vitro. I risultati sono stati incoraggianti in entrambi i casi. Il gruppo di ricercatori ha ottenuto infatti risultati positivi sia nella fase in vitro dove ha adoperato una linea cellulare HRPE, cioè cellule epiteliali pigmentate della retina umana, sia nella fase in vivo in cui ha utilizzato una colonia di topolini che soffrivano di disturbi neurologici.

La scoperta si basa sul riconoscimento da parte della vitamina C, o parte di essa, di uno specifico recettore, l'SVCT2: l'unica proteina trasportatore per la vitamina C presente sul nostro sistema nervoso. Ovviamente sono necessari ulteriori studi e nuovi finanziamenti per verificarne l'effetto sull'uomo e soprattutto per conoscere meglio, e quindi per meglio impiegarla, la struttura molecolare di questo innovativo e prezioso "shuttle" fisiologico. Al momento sono in corso altre ricerche per determinare la struttura tridimensionale dei costrutti molecolari a base di vitamina C capaci di raggiungere il sistema nervoso centrale. Al lavoro per questo progetto c'è un altro laboratorio italiano, quello di bioingegneria informatica dell'Università di Trieste, altro fiore all'occhiello della ricerca biomedica europea.

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Scienzità è stato realizzato da Silvia Sorvillo e Vittorio Sossi