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Guerra al gene che fa invecchiare

di Silvia Sorvillo

Prospettive e speranze dopo l'esperimento (riuscito) sui topi
Basterà disattivarlo per allungare la vita dell'uomo?

dal quotidiano Ultime Notizie. venerdì 16 luglio 1999

MILANO. Da oggi anche i topi possono diventare dei matusa. Ma anche l'uomo potrebbe, rallentando l'invecchiamento, sconfiggere l'Alzheimer, l'aterosclerosi e il cancro. Ciò che potrebbe rendere possibile tutto questo è un gene, p66shc, che, se disattivato, allunga di un terzo la vita dei roditori. La scoperta è stata annunciata da Umberto Veronesi, direttore scientifico dell'Istituto Europeo Oncologia (Ieo). Lo studio, in collaborazione con lo Sloan Kettering Cancer Center di New York, impegna da più di due anni il laboratorio del professor Pier Giuseppe Pellicci, docente dell'università di Perugia e direttore dell'oncologia sperimentale dello Ieo.

Durante questi due anni i ricercatori hanno tenuto sotto stretta osservazione i topini cui avevano precedentemente tolto il gene in questione. Oggi sono arrivati alla conclusione che la perdita di questo frammento di Dna che allunga la vita non ha avuto sui topi alcun effetto indesiderato, neanche sulla fertilità. Il meccanismo con cui il p66shc "invecchia" la cellula non è noto nei dettagli. Quello che per ora si è visto è che questo gene produce una proteina che regola la risposta cellulare allo stress ossidativo. Togliendolo la cellula rallenta il processo di ossidazione e la vita si allunga. Gli effetti dei tanto temuti radicali liberi, sia quelli che derivano dall'esterno (raggi ultravioletti, raggi gamma, inquinamento) che quelli prodotti dall'interno della cellula (respirazione cellulare), sono messi KO disattivando questo nuovo gene. Se lo stesso meccanismo risulterà presente nel nostro organismo, ci si possono aspettare grandi novità.

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Scienzità è stato realizzato da Silvia Sorvillo e Vittorio Sossi