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Le pagine sui fumetti in rete| cronologie e schede | Zagor

Scheda sul numero 114 in edicola di Zagor

scheda realizzata da Vittorio Sossi
ATTENZIONE: nelle sinossi troverete la trama della storia.
Le immagini sono proprietà dei rispettivi autori, sempre indicati, e utilizzate solo a scopo informativo.

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Copertina
copertina di Gallieno Ferri 
			© Sergio Bonelli Editore

Zagor 114

collana: Zenith Gigante 165

periodicità: mensile

Data Uscita: gennaio 1975

pagine: 100 - 96 tavole

prezzo: 300 lire

Titolo:
La Marcia della Disperazione

Storie:
1- La Radura delle Voci (terza parte)

editore: Sergio Bonelli Editore

copertina di Gallieno Ferri
© Sergio Bonelli Editore

Le Storie

1- La Radura delle Voci (terza parte)

autori: Guido Nolitta storia, Gallieno Ferri disegni

Personaggi principali: Winter Snake, capo Kiowa; Frida Lang Fanciulla innamorata;

Sinossi

1- La Radura delle Voci (terza parte)

- continua da Messaggi di Morte

- PRATERIA Zagor, Frida e Cico osservano la carovana degli austriaci da un'altura sulla prateria. "Memphis" Joe, nonostante sia un farabutto, conosce il mestiere e ha disposto i carri a cerchio, nella migliore posizione difensiva possibile, ma il numero dei Kiowa è soverchiante.
In definitiva Joe può contare solo sui propri uomini, in quanto i nobili austriaci, abilissimi a sparare a tradimento su bersagli umani o animali indifesi, sono completamente inetti di fronte ad un nemico agguerrito.
Zagor capisce che Winter Snake avrà gli scalpi dei nemici appesi alla cintura in poco tempo.
E non può permetterlo; sia perché alcuni del gruppo sono incolpevoli sia perché si scatenerebbe una rappresaglia che insanguinerebbe l'intera regione.
Costringe Frida e Cico a salire su un conestoga abbandonato durante la fuga e lo spinge per il declivio, saltandoci sopra egli stesso. In questo modo i tre riescono a passare sopra le file indiane e a raggiungere il cerchio di carri.
Il barone Von Swieten e "Memphis" Joe sono sconcertati nello scoprire che l'uomo che avevano condannato a morte è ancora vivo. Ma per Zagor non è il momento della resa dei conti.
Prende il controllo della situazione e cerca di parlamentare con Winter Snake, ma il capo Kiowa è troppo infuriato per le perdite e i tradimenti subiti e non ha più alcuna fiducia residua in Zagor, tanto da accoglierlo a fucilate.
Zagor rientra nel cerchio e, nonostante l'ostilità reciproca, gli assediati uniscono le forze e respingono l'ennesimo attacco, pur subendo numerose perdite.
In prossimità del tramonto Winter Snake richiama i suoi uomini e si insedia sull'altura.
Zagor è consapevole che non potranno resistere a un secondo assalto, fatica a ottenere il comando, ma alla fine tutti accettano di seguire gli ordini.
Il suo piano è molto semplice. Una fuga nella notte e una marcia forzata fino all'avamposto militare sullo Sleeper Creek.
"Memphis" Joe dovrà occuparsi di mandare qualche carro nella direzione opposta, costringendo i cavalli al galoppo tramite qualche cactus sotto la coda, mentre Zagor libererà il campo dalle sentinelle nella direzione della fuga.
Tutto procede per il verso giusto, e la marcia della disperazione ha inizio.

- MONTI WANGAR Stremato, il manipolo di disperati arriva ai piedi dei monti Wangar, che li separano dall'avamposto militare.
Non c'è tempo neanche per una sosta. I Kiowa stanno ricevendo rinforzi da tutte le direzioni e un gruppo è particolarmente vicino.
Sotto il sole cocente, i componenti della carovana Von Swieten si inerpicano silenziosi lungo un impervio sentiero fra le gole rocciose, memori del monito di Zagor all'inizio del cammino: chiunque rallenti la carovana sarà abbandonato a se stesso.
Lo Spirito con la Scure si pentirà di aver pronunciato quelle parole dure, in un altro dei momenti nolittiani inimitabili.
Il simpatico violinista Klein, scivola nella gola, riesce miracolosamente a restare aggrappato a uno sperone di roccia, ma il violino, che si era portato dietro di nascosto, precipita su un cespuglio più in basso. Pur di non perdere l'inseparabile compagno di vita, Klein cerca di scendere, precipitando a valle e rompendosi le gambe.
Zagor sarà costretto a lasciarlo lì, con il suo violino e una pistola per non cadere vivo nelle mani dei Kiowa.
Klein stesso lo obbliga ad andare per non rallentare la marcia della comitiva di disperati, che si allontanano inseguiti dalle note della "Campanella" di Mozart, con cui Klein saluta il collega Cranach.
Superata la terribile prova, il gruppo giunge in vista dell'avamposto, ma nessuno risponde ai loro richiami...

- continua su La Sabbia è Rossa

Puoi trovare la trama completa della storia con tutti i luoghi e i personaggi a questo link nel mio sito Il Viaggio di Zagor

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