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La Radura delle Voci (la Marcia della disperazione)

404 pagine

Guido Nolitta - Gallieno Ferri - Franco Bignotti

Locazioni

Personaggi
La storia
Gli avversari


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In una simpatica minicontinuity Zagor e Cico continuano a cercare di ricostruire il rifugio distrutto da Hellingen Zagor 107 con pessimi risultati. Quando ormai la struttura portante è completata Cico ha la malaugurata idea di strappare via il palo di sostegno principale e far crollare il tutto come un castello di carte. Il mucchio di travi e funi sarà destinato a rimanere a terra. Zagor infatti si ricorda che deve assolutamente partecipare all'importante Raduno di Primavera: il consiglio annuale di tutti i capi indiani di Darkwood che si tiene questa volta alla Radura delle Voci sulle Misty Mountains.
I due amici si mettono in marcia e raggiungono la radura in mezzo alla quale è eretto un totem dei Mohicani. All'interno del manufatto è nascosto Molti Occhi, lo stregone dei Mohicani ha pensato bene di realizzare il totem cavo per aiutare Zagor in una delle sue entrate ad effetto.
Prima i capi ascolteranno la sua voce, resa cavernosa dal legno, e poi lui si materializzaerà in mezzo a loro.
Peccato che si dimentica di dirgli che il totem verrà dato alle fiamme. Zagor rischia di soffocare per il fumo, ma il trucco riesce alla perfezione suscitando meraviglia fra i capi.

Il discorso di rito invece non va altrettanto bene. Un giovane guerriero, Winter Snake il capo dei Kiowa, mette in discussione l'autorità di Zagor. La causa della sua acredine deriva dal fatto che una grande carovana di bianchi si è inoltrata nel territorio dei Kiowa e sta compiendo una vera e propria strage di bisonti, i cadaveri dei quali vengono lasciati a marcire nella prateria.
Winter Snake sobilla i capi e annuncia che impugnerà le armi contro gli invasori, ma Zagor riesce a riguadagnare terreno impegnandosi a risolvere la faccenda nei cinque giorni concessigli.
Si precipita quindi con Cico a Fort Trust per chiedere conto al capitano Pearson. L'ufficiale si dichiara preoccupato per la situazione ma confessa di avere le mani legate. Gli uomini che stanno uccidendo i bisonti per sport sono nobili austriaci, capeggiati dal Barone Maximilian Von Swieten, che godono dei favori diplomatici del ministero della guerra e delle alte sfere di Washington. Pearson ha però piena fiducia nelle capacità di guida di "Memphis" Joe alias Joe Shepard, l'uomo a cui è affidata la carovana. Zagor non condivide la sua opinione, ma vuole tentare di convincere Joe a non assecondare i capricci dei nobili austriaci.
Lui e Cico lasciano il forte.

- PRATERIA Una volta arrivati alla prateria, lungo il percorso della spedizione austriaca, si rendono immediatamente conto del danno: l'intera distesa erbosa è costellata di carcasse di bisonti lasciate a marcire al sole. Un vero e proprio sfregio per i Kiowa di Winter Snake, che sui grandi erbivori basano tutta la loro sussistenza.

- CAROVANA DI VON SWIETEN Zagor e Cico raggiungono la carovana, quando affermano di essere dei messaggeri inviati da Fort Trust vengono accolti con tutti gli onori. I Nobili austriaci si trattano bene anche durante una spedizione in terre selvagge: letti di ottone, champagne, caviale e persino due violinisti, Klein e Cranach, al seguito per allietare le serate con due giri di walzer.
Come hanno ben capito gli uomini di "Memphis" Joe, i soldi consentono loro di soddisfare qualsiasi capriccio, non importa quali diritti vengano calpestati.
Zagor comunque non arretra di un passo. Con la consueta diplomazia umilia "Memphis" Joe e gli impone di voltare i carri e tornare a Fort Trust.
La spregiudicata guida non intende rinunciare al lauto guadagno atteso da una vita e i due energumeni finiscono per azzuffarsi. Zagor mette "Memphis" Joe al tappeto, davanti agli occhi estasiati di più o meno belle nobildonne austriache "arrapatissime".
Poi si occupa del discorsetto per il barone. Von Swieten che si mostra stranamente arrendevole, tra lo scontento dei compagni di viaggio, che non esprimono assolutamente nessun pentimento.
Purtroppo è tutta una farsa. Di nascosto il barone raggiunge Joe e i suoi uomini: ci sono diecimila dollari sul piatto per far sparire Zagor e Cico.
Joe non può rifiutare...
Mentre lo scellerato patto viene siglato, Zagor si sta curando gli ematomi dello scontro con Shepard e qui assistiamo a uno di quei siparietti, mi spiace per tutti, in cui Nolitta è inimitabile.
Due donne, prima Monica e poi Cinzia, arrivano come ombre nella notte, tanto che Zagor le aggredisce pensando che sia Joe o uno dei suoi, per "curare" Zagor, ma in realtà le loro intenzioni puntano più che altro ad uno spupazzamento dello sventurato.
Zagor si districa abilmente per mandarle via, ma abbassa la guardia al punto che, quando arrivano veramente gli uomini di "Memphis" Joe, si prende una scarica di legnate e cade a terra svenuto.
Joe stesso sistema Cico e i due amici vengono nascosti in un carro. Shepard ha in serbo per loro una morte orribile: divorati dalle formiche rosse, di modo che non rimanga nessuna traccia dei loro cadaveri. Il barone si scompone un po' per il modo, ma non mostra alcun turbamento nell'ordinare due omicidi.

- CAROVANA DI VON SWIETEN Il mattino dopo la carovana riceve la visita inaspettata di Winter Snake, mentre Zagor è ancora legato e imbavagliato.
Il capo Kiowa dapprima chiede se Zagor abbia parlato con loro e Shepard mente spudoratamente affermando che non si è visto.
Poi impone alla guida il ritorno al forte e la consegna delle armi. Shepard, che non è un folle, mira ad accettare la proposta, ma i "nobili" austriaci la prendono come un'offesa personale da parte di un gruppo di straccioni.
Vigliaccamente sparano a sangue freddo sui Kiowa e solo Winter Snake riesce a fuggire, seppur ferito a una spalla.

- YELLOW CREEK Memphis ha ora una ragione in più per sbarazzarsi di Zagor e Cico, gli unici due scomodi testimoni dell'eccidio; mette in atto il suo orribile piano per poi tornare alla carovana.
Zagor e Cico sono in una fossa sommersi dalle formiche rosse, impossibilitati a liberarsi, quando, inaspettatamente, un angelo arriva appena in tempo a slegarli.
Si tratta della bellissima Frida Lang, figlia dell'omonimo colonnello, segretario personale del barone Von Swieten.
La ragazza ha sentito per caso il discorso fra Shepard e il barone e, alla prima occasione, si è defilata per liberare i due sventurati, soprattutto Zagor, del quale si è scoperta innamorata.
Zagor non è insensibile al suo fascino, come lo era stato per le due carampane della sera precedente, e i due si scambiano baci appassionati fra le risatine di scherno di Cico.
L'idillio è presto interrotto da numerosi segnali di fumo.
I Kiowa sono sulla coda della carovana e sono pronti ad attaccarla. Arrivati sul posto Zagor, Frida e Cico osservano la carovana degli austriaci da un'altura sulla prateria. "Memphis" Joe, nonostante sia un farabutto, conosce il mestiere e ha disposto i carri a cerchio, nella migliore posizione difensiva possibile, ma il numero dei Kiowa è soverchiante.
In definitiva Joe può contare solo sui propri uomini, in quanto i nobili austriaci, abilissimi a sparare a tradimento su bersagli umani o animali indifesi, sono completamente inetti di fronte ad un nemico agguerrito.
Zagor capisce che Winter Snake avrà gli scalpi dei nemici appesi alla cintura in poco tempo.
E non può permetterlo; sia perché alcuni del gruppo sono incolpevoli sia perché si scatenerebbe una rappresaglia che insanguinerebbe l'intera regione.
Costringe Frida e Cico a salire su un conestoga abbandonato durante la fuga e lo spinge per il declivio, saltandoci sopra egli stesso. In questo modo i tre riescono a passare sopra le file indiane e a raggiungere il cerchio di carri.
Il barone Von Swieten e "Memphis" Joe sono sconcertati nello scoprire che l'uomo che avevano condannato a morte è ancora vivo. Ma per Zagor non è il momento della resa dei conti.
Prende il controllo della situazione e cerca di parlamentare con Winter Snake, ma il capo Kiowa è troppo infuriato per le perdite e i tradimenti subiti e non ha più alcuna fiducia residua in Zagor, tanto da accoglierlo a fucilate.
Zagor rientra nel cerchio e, nonostante l'ostilità reciproca, gli assediati uniscono le forze e respingono l'ennesimo attacco, pur subendo numerose perdite.
In prossimità del tramonto Winter Snake richiama i suoi uomini e si insedia sull'altura.
Zagor è consapevole che non potranno resistere a un secondo assalto, fatica a ottenere il comando, ma alla fine tutti accettano di seguire gli ordini.
Il suo piano è molto semplice. Una fuga nella notte e una marcia forzata fino all'avamposto militare sullo Sleeper Creek.
"Memphis" Joe dovrà occuparsi di mandare qualche carro nella direzione opposta, costringendo i cavalli al galoppo tramite qualche cactus sotto la coda, mentre Zagor libererà il campo dalle sentinelle nella direzione della fuga.
Tutto procede per il verso giusto, e la marcia della disperazione ha inizio.

- MONTI WANGAR Stremato, il manipolo di disperati arriva ai piedi dei monti Wangar, che li separano dall'avamposto militare.
Non c'è tempo neanche per una sosta. I Kiowa stanno ricevendo rinforzi da tutte le direzioni e un gruppo è particolarmente vicino.
Sotto il sole cocente, i componenti della carovana Von Swieten si inerpicano silenziosi lungo un impervio sentiero fra le gole rocciose, memori del monito di Zagor all'inizio del cammino: chiunque rallenti la carovana sarà abbandonato a se stesso.
Lo Spirito con la Scure si pentirà di aver pronunciato quelle parole dure, in un altro dei momenti nolittiani inimitabili.
Il simpatico violinista Klein, scivola nella gola, riesce miracolosamente a restare aggrappato a uno sperone di roccia, ma il violino, che si era portato dietro di nascosto, precipita su un cespuglio più in basso. Pur di non perdere l'inseparabile compagno di vita, Klein cerca di scendere, precipitando a valle e rompendosi le gambe.
Zagor sarà costretto a lasciarlo lì, con il suo violino e una pistola per non cadere vivo nelle mani dei Kiowa.
Klein stesso lo obbliga ad andare per non rallentare la marcia della comitiva di disperati, che si allontanano inseguiti dalle note della "Campanella" di Mozart, con cui Klein saluta il collega Cranach.
Superata la terribile prova, il gruppo giunge in vista dell'avamposto, ma nessuno risponde ai loro richiami.

- AVAMPOSTO MILITARE I soldati dell'avamposto sono stati trucidati dal secondo gruppo di Kiowa che si trovava nelle vicinanze.
L'opzione di difendersi nell'avamposto è inattuabile, dato che neanche i militari sono riusciti a sfruttare la posizione di vantaggio.
Zagor propone di utilizzare le canoe dei militari nascoste in una grotta sulla riva dello Sleeper Creek.
Attorno a loro echeggiano i tamburi. Il secondo gruppo di Kiowa sta comunicando a Winter Snake il massacro dell'avamposto, e il capo indiano è a solo due ore di viaggio da lì.
Gli inseguiti affrettano la marcia, ma i Kiowa li hanno preceduti e hanno sfondato le canoe. Non c'è più alcuna possibilità di fuga e la disperazione si impadronisce del gruppo.
Zagor non è però tipo da arrendersi e convince gli altri a seguirlo ancora una volta.

- SLEEPER CREEK I fuggitivi si attestano su una lingua sabbiosa al centro dello Sleeper Creek, che trincerano come possono con tronchi trasportati dalla corrente, se devono soccombere almeno avranno la possibilità di vendere cara la pelle.
Fanno appena in tempo a sistemarsi sulla lingua sabbiosa che odono la voce di Winter Snake. Il capo Kiowa concederà loro un'ultima notte di vita, l'attacco comincerà solo all'alba.
Nonostante Zagor sappia che l'avversario è un uomo di parola, decide di disporre dei turni di guardia per la notte.
Durante il suo turno viene raggiunto da Frida. La ragazza sa che probabilmente queste sono le ultime ore di vita che le sono concesse e vuole passarle insieme all'uomo di cui è innamorata.
La mattina dopo il gruppo è pronto al sacrificio, ma gli indiani attorno a loro sono meno di quanto si aspettassero.
La risposta arriva dal fiume. Una massa di cespugli segue lentamente la corrente verso la striscia sabbiosa, Zagor capisce immediatamente che è un trucco dei Kiowa.
Vogliono attaccarli a sorpresa dal lato meno protetto e più insospettabile.
Gli assediati iniziano a sparare ai cespugli uccidendo molti indiani, ma è il segnale per un attacco congiunto da tutti i lati.
La battaglia si scatena e numerosi sono i morti in entrambi gli schieramenti. Winter Snake non si risparmia e penetra nel perimetro difensivo e riesce a sfuggire sia alle pallottole di Zagor che a quelle di "Memphis" Joe.
Gli indiani si ritirano: hanno inferto un duro colpo agli assadieti ma subito numerose perdite.
Zagor cerca di far leva sulla coscienza di capo di Winter Snake. Gli urla che la sabbia è rossa del sangue dei suoi uomini, gli urla che prima che riesca a ucciderli tutti molti altri Kiowa cadranno.
Winter Snake accusa il colpo e propone un baratto.
Lascerà vivi tutti gli altri se gli consegneranno colui che ritiene responsabile del massacro: "Memphis" Joe.
Il rifiuto di Zagor è categorico, promette a Winter Snake che consegnerà Joe alla giustizia dei bianchi, ma riceve solo un netto rifiuto.
A questo punto assistiamo ancora una volta a una dimostrazione della vigliaccheria dei blasonati austriaci, che inveiscono contro la guida per cercare di spingerlo a consegnarsi.
Uno di loro, il peggiore, Willy, arriva al punto di sparare alle spalle a "Memphis" Joe, uccidendolo.
Zagor è consapevole che il capo Kiowa ha bisogno di qualcuno da dare in pasto alla sua gente per giustificare l'infinità di lutti, che ha subito.
Compie allora l'unica scelta possibile: offre se stesso per salvare gli altri.
Winter Snake accetta con entusiasmo e Zagor si consegna ai Kiowa fra i pianti di Frida e il dolore di Cico.

- FORTE TRUST Freddie Nickerton, l'unico sopravvissuto delle guide di "Memphis" Joe, riconduce lo sparuto gruppo di sopravvissuti, laceri e derelitti, al forte da cui sono partiti e al capitano Pearson prende un mezzo accidente nell'appurare che sono meno della metà di quelli che erano partiti.

- ACCAMPAMENTO KIOWA All'accampamento fervono i preparativi per l'arrivo di Zagor che dovrà subire ogni sorta di umiliazione prima di essere ucciso. Lo stregone dei Kiowa dà inizio al supplizio di Zagor, che affronta in silenzio e con stoicità il palo della tortura.
Winter Snake concede alle vedove della battaglia di sfogare la propria rabbia e il proprio dolore. Le donne frustano e colpiscono con violenza ma il prigioniero non si lascia sfuggire un solo lamento.
Winter Snake è indispettito ed esorta i guerrieri a torturare Zagor. A questo punto Lo Spirito con la Scure parla e inizia a difendersi ricordando a ogni guerriero, un'occasione in cui gli ha salvato la vita o protetto la tribù in circostanze estreme. Uno a uno i Kiowa, Lancia Rossa, Falce di Luna, rifiutano di infierire su Zagor, un'azione vile e poco onorevole nei confronti di qualcuno, uomo o spirito che sia, che si è sempre dimostrato leale e prodigato per il loro interesse.
Zagor approfitta dello sbandamento generale e sferra l'arringa conclusiva, ammonendo i Kiowa che l'eco della loro azione vile, il suo omicidio legato al palo della tortura, li renderà dei reietti, costretti a temere le loro stesse ombre.
L'esca è stata lanciata e i Kiowa abboccano. Dicono a Winter Snake che sarebbe stata un'impresa onorevole uccidere Zagor in combattimento, ma così, senza che lui possa difendersi, sarebbe solo un'azione ignominosa.
Winter Snake non ha altra scelta: deve affrontare Zagor in duello.
I due guerrieri si battono e Zagor, nonostante sia indebolito per le numerose ferite e la perdita di sangue, riesce ad avere ragione del capo indiano.
Winter Snake è un uomo d'onore e accetta l'esito del combattimento, esortando Zagor a ucciderlo.
Lo Spirito con la Scure ovviamente non ucciderebbe un avversario a sangue freddo e comprende l'importanza che alla guida dei Kiowa ci sia un uomo come Winter Snake, valoroso, leale e soprattutto con a cuore l'interesse della sua gente.
Fra il timore e l'ammirazione di tutti i presenti, Zagor si allontana e si tuffa nel tumultuoso fiume sottostante, in una uscita di scena che non manca di suscitare esclamazioni di stupore e rispetto, consolidando così l'alone leggendario che lo circonda,

- POZZI DEL TESCHIO DELL'EREMITA Il tuffo nell'abisso è stata una mossa intelligente per il proprio prestigio ma un azzardo fisico devastante per il corpo martoriato dalle ferite.
Tanto che, quando giunge ad un pianoro roccioso dove ci sono due soldati di guardia, il vecchio Medford e una giovane recluta, Zagor sembra più uno spettro che un uomo e crolla a terra sfinito.

- FORTE TRUST Dopo qualche giorno le cure del dottor Stevens, un ufficiale dell'esercito, ci riconsegnano uno Zagor in piena forma.
La tragica e dolorosa vicenda ha avuto un epilogo positivo, dopotutto. Pearson assicura che non ci sarà alcuna rappresaglia contro i Kiowa, in quanto Von Swieten, pentito per la condotta immorale e turbato da tutte le morti che ha sulla coscienza, ha ammesso i propri errori e consegnato alla giustizia il vigliacco uccisore di "Memphis" Joe, Willy.
Zagor comincia già a sognare la capanna nella palude, ignaro che deve affrontare la prova più difficile: una donna innamorata e decisa a voler dividere la vita con lui!
Frida Lang si presenta con una casacca per l'amato, cucita con le sue stesse mani.
Zagor è imbarazzato e preso in contropiede. Nonostante tutto riesce a inanellare una serie di scuse e giustificazioni degne del miglior Mister No, abbracciare per l'ultima volta la bella austriaca, dileguarsi di corsa attraverso la finestra e superare di slancio i confini del forte.
Stessa cosa non riesce al povero Cico in un siparietto comico insuperabile.
Anche lui ha impalmato un'austriaca, meno avvenente e meno ricca di Frida, la notte dell'arrivo alla carovana: Clotilde.
Cico prova la stessa tecnica di Zagor, presentando la vita di privazioni che Clotilde dovrebbe affrontare nella capanna della palude, ma la donna fa la cameriera e la sua è già una vita di privazioni.
Sentendosi sedotta, presa in giro e abbandonata, Clotilde prende per il collo il messicano e solo una ben piazzata martellata in testa riesce a metterla fuori combattimento.
I due amici possono tornare al rifugio nella palude, sollevati per il doppio scampato pericolo.


RIASSUNTO DEI SINGOLI ALBI:
Zagor 112 - Zagor 113 - Zagor 114 - Zagor 115 - Zagor 116

NOTE

- Indiscutibilmente uno dei capolavori nolittiani assoluti. Una storia in cui si mescola sapientemente, tragedia, commedia, tradimento, falsità, vigliaccheria e eroismo, dignità e bassezza, e, rarità assoluta, sentimento e passione amorosa.
Zagor e il lettore sono in una situazione irrisolvibile e dilaniante. Non c'è una parte da prendere, ma bisogna agire perché altri innocenti non ne abbiano a soffrire.
I "cattivi" non sono certo i Kiowa che stanno difendendo la propria sopravvivenza, vittime di un sopruso ignobile e ingiustificato, ma sono loro i principali avversari di Zagor. I Kiowa saranno anche selvaggi e sanguinari ma hanno un onore che nessun titolo nobiliare può assicurare. I nobili austriaci si comportano nel modo più odioso e becero. Dietro la patina di rispettabilità e di stile sono dei vili pronti a sbranarsi l'un l'altro e a sacrificare chiunque per la loro salvezza.
I "buoni" si contano sulle dita di una mano. Sono quei pochi che sono stati trascinati nella vicenda, perché non avevano altra scelta. I violinisti, Frida e, in parte, suo padre, che sebbene non compia alcuna nefandezza non contrasta mai apertamente il barone, la silenziosa servitù. Anche qualche uomo di "Memphis" Joe che partecipa alla spedizione perché non ha cerca una fonte di sostentamento più solida.
Una situazione spiazzante per il lettore e per Zagor che rende questa storia una delle più emozionanti della serie.
La narrazione è sorprendente. Un western classico che va avanti da solo, probabilmente con poca e scarsa pianificazione, ma nel quale ogni momento si incastra nel precedente senza stonature o sbavature, nonostante si passi dal registro comico a quello drammatico, nel giro di un paio di vignette.
Le due tardone che insidiano Zagor, per esempio, e Zagor che nelle vignette successive offre il grugno ai pugni degli uomini di Shepard, per un pestaggio che diventa immediatamente violento e sanguinoso.
Oppure Zagor e Cico sommersi dalle formiche e, poco dopo, Zagor che si dimentica di tirare fuori dall'acqua il messicano perché incantato dagli occhioni di Frida.
Le sequenze epiche nell'accampamento Kiowa, il duello finale, la coraggiosa uscita di scena.
Winter Snake è uno dei nemici più riusciti dell'intera saga e anche uno dei quali ho digerito il ravvedimento, che poi ravvedimento non è. Winter Snake ha agito per proteggere il suo popolo e la sua furia è stata scatenata da quello che considerava un tradimento.
La sua successiva alleanza con Zagor nasce dalla consapevolezza che Zagor non lo aveva tradito né lo tradirebbe mai.
Come le storie di quell'epoca le uniche pecche, ma chi se ne importa, sono un'allegra gestione dei comprimari minori nelle scene di massa.
Cranach all'improvviso scompare, le donne della comitiva si confondono l'una con l'altra, dal momento della fuga in poi.
Era già successo con l'esempio storico della morte di Zarkoff in Oceano, prima che il marinaio diventasse una presenza fissa del cast della Golden Baby.

Cicorabilia: