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Aids: a Roma e Milano è partita la sperimentazione italiana del vaccino

di Silvia Sorvillo

La chiave di volta per fermare il virus è la proteina tat, e la dottoressa Ensoli se ne occupa già da anni

26 novembre 2003

Enrico Garaci, presidente dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss), ha annunciato ieri l'avvio della sperimentazione clinica del primo vaccino italiano anti-Aids. Lo studio prevede due differenti protocolli, uno rivolto a 32 potenziali pazienti (volontari sani) ancora non infetti dal virus dell'immunodeficienza acquisita e l'altro rivolto a 56 persone infette, non sottoposte a terapia antriretrovirale.

tat è costante in tutti i sottotipi virali

Bersaglio della nuova terapia immunizzante è la proteina tat, una proteina indispensabile per la replicazione del virus e che da anni è oggetto delle ricerche che la dottoressa Barbara Ensoli e il suo team del Laboratorio di Virologia dell'Iss portano avanti con costanza e meticolosità. Nonostante alcune difficoltà burocratiche, purtroppo non rare per chi fa ricerca qui in Italia, la dottoressa ha continuato i suoi studi proprio puntando su alcune caratteristiche fondamentali di questa proteina, una tra le più importanti è quella che essa è presente in tutti i sottotipi virali, l'altra non meno apprezzabile e che non cambia nel tempo.

Proprio la sua immutabilità ha permesso di mettere a punto questa strategia che, al momento, sembra essere certamente la più efficace e intelligente vista la notevole abilità che il virus ha di trasformare le sue proteine di superficie, quelle proteine contro le quali la ricerca mondiale ha puntato per anni l'attenzione senza però mai arrivare ad un vaccino efficace.

La prima sperimentazione clinica italiana è così finalmente partita. Nella fase iniziale, che durerà sei mesi, si registreranno gli eventuali effetti collaterali e si valuterà la risposta immunitaria indotta dalla vaccinazione. I risultati saranno resi noti dallo stesso Iss tra un anno, quando cioé i medici, dopo altri successivi sei mesi, potranno considerare concluso il primo periodo di osservazione clinica.

A indirizzare i ricercatori verso lo studio di questa proteina sono state le stesse analisi dei sieropositivi asintomatici. Attraverso gli anticorpi indotti dalla tat e presenti nel loro sangue, i medici hanno potuto evidenziare una risposta immunitaria naturale, che seppur debole, in questi particolari pazienti determinava una maggiore resistenza alla malattia. Tutte queste persone, infatti, grazie alla loro naturale efficienza immunologica entravano nello stadio di malattia conclamata molto più lentamente rispetto alle altre.

tat nei topi si comporta da fattore immunizzante completo

La ricerca ha cercato allora di studiare in dettaglio il fenomeno, la sperimentazione su topo ha confermato successivamente la piena potenzialità della tat come fattore immunizzante capace di indurre una risposta immunitaria completa, cioè sia cellulare (linfociti T) che anticorpale (linfociti B). Ora, con l'avvio di questo nuovo studio, il gruppo dell'istituto romano tenterà di replicare gli stessi risultati nell'uomo. Non si tratta perciò di un vaccino che eviterà di venire a contato con il virus, per questo esistono diverse misure precauzionali, ma di un vaccino che, una volta infettati, ci proteggerà dalla malattia impedendo che il virus diffonda nel nostro sistema immunitario e, bloccando il numero di cellule contagiate all'inizio, ci renderà molto meno infettivi per gli altri.

Grazie alla dottoressa Ensoli la bandiera italiana della ricerca vola ancora una volta in alto e non solo perché il vaccino sembra essere molto promettente, ma anche e soprattutto perché, se tutto proseguirà come previsto, questo antidoto, una volta approvato dalle autorità sanitarie, sarà utile ed efficace per qualsiasi ammalato bianco o nero, facoltoso o indigente, che sia, e quanto importante sia questo ultimo dato lo sanno bene gli operatori sanitari dei Paesi in via di sviluppo.


Per ora la sperimentazione è in atto in tre centri italiani, uno a Milano e due a Roma. Per ricevere ulteriori informazioni e partecipare allo studio è stato attivato dall'Iss il numero verde 800-861061.

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Scienzità è stato realizzato da Silvia Sorvillo e Vittorio Sossi