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Quattro medici su cinque scelgono il pubblico

di Silvia Sorvillo

Chi non rispetta la decisione rischia il licenziamento e denunce penali
Da ieri chi pratica in ospedale non può avere uno studio privato

dal quotidiano Ultime Notizie. mercoledì 15 marzo 2000

ROMA. "Né le lettere dei lettori, né le ordinanze del Tar, né le interpretazioni dell'Avvocatura di Firenze possono cambiare la legge. Il medico che entro oggi (ieri, ndr) non sceglie, di fatto ha scelto automaticamente l'esclusiva con il servizio sanitario nazionale".
E' stata inflessibile ieri il ministro della Sanità Rosy Bindi nel ribadire la scadenza dell'opzione tra pubblico e privato. Da oggi, come prevede la legge finanziaria dello scorso giugno, chi sceglierà l'intramoenia, cioè il servizio pubblico, e sarà sorpreso ad esercitare come libero professionista sarà passibile di pesanti sanzioni. Lincenziamento e denuncia penale sono le due possibili conseguenze di chi non rispetta il decreto.

"Abbiamo cercato nei giorni scorsi di siglare il contratto prima della fatidica data, sarebbe stata opportuna una maggiore chiarezza su ciò che la scelta in ogni caso comporta" dice Giuseppe Garaffo, segretario della Cisl medici.
È prevista un'adesione dell'80-85 per cento dei medici all'attività pubblica ma la situazione è ancora nebulosa. Se a Milano su 650 professionisti, solo 50 si sono rivolti al Tar e 400 hanno scelto l'extramoenia, a Roma la situazione è più complessa. Su 1700 medici solo 600 hanno esercitato l'opzione, 350 hanno scelto l'intramoenia e gli altri 250 hanno firmato per l'attività privata.

"Sono favorevole a questo nuovo decreto. Le prestazioni sanitarie agli utenti saranno sicuramente migliorate mentre quelle situazioni in cui i professionisti hanno aumentato il livello della loro professionalità grazie a strutture e personale pubblico per poi rivendersela negli studi privati, saranno eliminate. Il pubblico non sarà più il serbatoio energetico cui il medico attinge per formularsi un bel biglietto da visita", dice Maria Teresa Pancallo, dirigente medico del dipartimento di Prevenzione presso una Asl romana.
"Il malcostume di alcuni professionisti ha portato ad una disaffezione del cittadino verso il Sistema sanitario nazionale - continua la dottoressa -. Il vero problema, qui a Roma, è la mancanza di strutture. Quelle della Asl non sono sufficienti per le pubbliche prestazioni, non si può pensare perciò che lo diventino per supportare anche l'attività intramoenia. Inoltre c'è il problema dei costi e delle spese che un medico dovrebbe affrontare. Un dentista ad esempio che deve eseguire delle medicazioni per carie, in privato e visita in struttura accreditata ha delle spese per i materiali che non si sa ancora da chi saranno assolte. Ci sono ancora tanti nodi da sciogliere, comunque con il tempo potrebbero derivare effettivi vantaggi per il cittadino", conclude la dottoressa.

La possibilità di opzione riguarda comunque solo quei medici che sono già contrattualizzati, le nuove leve hanno infatti l'obbligo di rapporto esclusivo con il Servizio sanitario nazionale.
Questo decreto coinvolge più che altro le alte cariche mediche, tutti quei direttori di istituto, professori e titolari di cattedra che si troveranno a dover scegliere tra l'alta onoreficenza e la libera professione.
Chi sceglie l'extramoenia - l'attività esclusivamente privata - potrà ripensarci e scegliere, l'anno successivo, la struttura pubblica, la sola a poter garantire un certo prestigio professionale, spiega il dottor Garaffo che aggiunge: "Abbiamo cercato di mantenere piuttosto larghe le maglie di questo decreto per consentire di fatto, ai medici che scelgono l'intramoenia, di conservare il proprio studio e il proprio laboratorio, previa autorizzazione sanitaria, almeno fino a quando non saranno identificate le strutture pubbliche idonee".

COSA DICE LA LEGGE

L'attività privata verrà esercitata fuori dall'orario di lavoro in regime ambulatoriale, comprese le attività di diagnostica, day hospital e ricovero; su libera scelta dell'assistito e a sue spese.

Le ore e il volume delle prestazioni private non può superare quello richiesto dai compiti istituzionali

LE ASL DOVRANNO: Reperire le strutture Fissare il numero dei dirigenti che possono operare in regime libero - professionale Fissare il numero del personale di supporto dell'attività privata Stabilire i criteri per le tariffe Stabilire le modalità di prenotazione Istituire organismi di verifica

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Scienzità è stato realizzato da Silvia Sorvillo e Vittorio Sossi