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nuovo vaccino antitumorale

di Silvia Sorvillo

Su "Cancer research" pubblicato un nuovo studio che promette tra qualche anno la possibilità di cura e prevenzione del male del secolo.

06 dicembre 2000

Buenos Aires . Novità importanti nella lotta contro i tumori. Un team di scienziati, di cui otto argentini e uno anglosassone, ha portato a termine la sperimentazione di un nuovo vaccino capace di combattere in maniera efficace alcune diverse forme di tumore. Per ora lo studio è stato condotto solo su topo, ma sulla base dei risultati ottenuti la sperimentazione clinica umana sembra essere davvero molto prossima. E’ la prima volta che si prospetta la possibilità di utilizzare lo stesso farmaco per curare o prevenire le forme, subdolamente molteplici, di quello che fino a qualche tempo fa era considerato, sia da medici sia da profani, un male incurabile. Lo studio, frutto della collaborazione tra l’università argentina di Buenos Aires, l’ospedale Eva Peron e l’università di Londra, è stato pubblicato sul numero di dicembre di "Cancer Research", la rivista ufficiale dell’Associazione americana per la ricerca sul cancro. La ricerca scientifica che, come è noto, ha prodotto negli ultimi anni risultati davvero incoraggianti, va avanti per piccoli passi. Ogni risultato è ottenuto dopo lunghi studi e dopo numerosi tentativi.

Il vaccino funziona perfettamente sul topo dove ha dimostrato efficacia anche su tipi diversi di cancro

Stavolta i ricercatori sono partiti da topini sani che, in seguito a ripetute stimolazioni con cellule tumorali particolarmente trattate (cellule murine del colon ingegnerizzate per esprimere IL12, una linfochina), si sono difesi producendo un tipo di cellule immunitarie ( le CTL, colonie di linfociti T citotossici, cellule che gli organismi usano normalmente per difendersi dalle infezioni e dalle malattie) molto efficiente nel combattere i tumori. Queste cellule sono talmente efficaci che si sono dimostrate capaci di sconfiggere la malattia cancerosa non solo negli animali inizialmente stimolati, ma anche in altri topini che soffrivano di un tipo diverso di tumore. L’importante risultato è stato osservato fino a quattro mesi dopo il trattamento. Osvaldo Podhajcer, il ricercatore argentino che ha condotto la sperimentazione, ha rilasciato una serie di interviste in cui ha dichiarato che entro due anni la ricerca sarà estesa anche all’ uomo.

-Al momento questo è solo il primo studio sperimentale che ha fornito l’indiscutibile prova scientifica che in un futuro non troppo lontano si potrà arrivare ad un vaccino unico per combattere i diversi tipi di tumore- ha dichiarato in conferenza stampa.

Poter disporre di un farmaco che riconosca gli elementi comuni contro cui concentrare le forze per debellare i vari tipi di tumore è un risultato di grande importanza. Da tempo si conoscevano le proprietà antitumorali della IL12, fattore capace di attivare le colonie linfocitarie contro diversi tipi di neoplasia, ma la sua elevata tossicità ne ha impedito la sperimentazione clinica. Ora con questo studio la produzione di IL12 verrebbe distrettualizzata limitando così i suoi effetti in loco e riducendo al minimo i suoi pesanti effetti collaterali.

Il vaccino, a detta degli autori della ricerca, potrebbe non solo essere preventivo, proteggere quindi da certi tipi di degenerazione cellulare, ma anche terapeutico, offrire cioè un valido aiuto a tanti di quei malati che, dopo l’intervento chirurgico, potrebbero con questo nuovo farmaco vincere con maggior successo la loro personale battaglia contro il cancro.

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Scienzità è stato realizzato da Silvia Sorvillo e Vittorio Sossi