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II trapianto d'osso, una scoperta italiana

di Silvia Sorvillo

Dopo il recente intervento negli Usa, parla il responsabile della Banca dell'osso dell'Istituto Rizzolì
Dal 1995 a Bologna si effettuano operazioni come quella del piccolo Adam

Dal quotidiano Ultime Notizie. giovedì 24 giugno 1999

ROMA. È tutta italiana la tecnica del trapianto di osso di Adam, il bambino californiano operato il 14 settembre scorso nell'ospedale Joe di Maggio di Hollywood. Nell'Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna queste operazioni si eseguono ormai da qualche anno (dal 1995, 300 trapianti e 600 impianti).
Abbiamo intervistato il dottor Fornasari, responsabile della Banca dell'osso del Rizzoli.

Che cosa può fare, oggi, la chirurgia ossea?

Ci sono tre diverse possibilità di utilizzo dell'osso: l'osso da impianto, il trapianto osseo e il trapianto da donatore cadavere per osso vivo del soggetto (come nel caso di Adam).

Qual è la differenza tra queste ultime due tecniche?

Nel trapianto d'osso un intero segmento viene sostituito con osso del donatore cadavere. Il congelamento, cui si ricorre per conservare il tessuto da trapiantare, uccide le cellule responsabili del rigetto. In pratica, si innesta solo la matrice inorganica del donatore, che sarà ripopolata naturalmente dalle cellule midollari del ricevente. Nel caso di Adam, oltre al segmento osseo è stata impiantata una porzione del suo perone vascolarizzato, che consentirà all'osso, sotto stimolo delle estremità cartilaginee articolari, di crescere.

Qual è la situazione in Italia della Banca dell'osso?

Ci siamo solo noi del Rizzoli. I criteri di selezione sono molto severi. Il donatore osseo non deve aver subito traumi, contratto patologie gravi ed avere un'età compresa tra i 14 e i 65 anni.

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Scienzità è stato realizzato da Silvia Sorvillo e Vittorio Sossi